L’opera di Franco Mulas si raccoglie in una forte unità simbolica, dove simbolo è la natura, come analogia di un codice pittorico che rappresenta la storia e la società e la cui radice iconologica trova infine le sue radici nella grande tradizione fiamminga.
Da una figurazione di critica esistenziale e politica, dove anche domina il valore simbolico, alla ricerca di una costruzione formale che tenga insieme ambiente e interazione sociali e culturali, l’opera è tutta attraversata da un pessimismo senza autocommiserazioni e romantici lirismi. La memoria storica è vista come frammento da ricomporre, intanto con l’aiuto del linguaggio dell’arte, e così la realtà non è colta nel processo intrinseco delle sue metamorfosi, ma osservata attraverso un filtro organicistico-biologico, nelle sue permutazioni.
Di qui le modalità specifiche dell’elaborazione formale e la qualità personale delle soluzioni ‘manieristiche: un percorso linguistico, che fa di Mulas un pittore ’colorista’, perché il colore è carattere stesso delle cose; un percorso, dove rapporto reale-fantastico, concezione dello spazio, senso della materia, figura ed espressione e la forma compositiva sono gli aspetti del grande simbolo della dialettica natura-cultura-società.
Un’operazione di mimesi, dell’immaginazione e della memoria, le quali filtrano una realtà con occhio segnato dal dolore.