Sandra Giannattasio

“L’Avanti”

… Mulas dipinge La montagna d’acqua, La nave di pietra, La promessa del marinaio. Dove il soggetto non è chiaramente antinomico nell’indicazione del titolo, lo è senza dubbio nella struttura dell’immagine proposta. Concrezione e ristagno, liquido iridescente e materia rappresa analitica fino delle sue fibre, fino al disgusto. Questi sono i pattern, le impaginazioni appunto d’immagini, di questo Mulas che pare essere definitivo dagli anni ’80, non alieni, a nostro parere, dall’accogliere singolari memorie di un Max Ernst.

[ … ] … E logico che l’artista, in una fase della maturità in cui, nel linguaggio così come nell’immagine, l’arte si fa “spettrale”, che vuole dire anche senza gravità e trasparente, pensi più a se stesso che agli altri. Intendendo con questo, non un ripiegamento necessariamente individualistico e soggettivo, ma una più grave e acuta responsabilità assunta dall’io che percepisce sempre più ampiamente ed emette relazioni e relatività più costose e rischiose, nel giudizio e nell’etica operativa o non, che ne derivano.

In questi dipinti, è vero, Mulas rappresenta “attese e bersagli fossilizzati”, come dice Vespignani; ma “quale dolore o ver ocrna cela l’artista nel suo rifugio? O la sua tana è vuota?”. È il dramma certamente, di chi, pur capace di immaginare simboli e metafore, e di fare della “pittura pittura”, ha troncato, in un certo senso, ogni amichevole rapporto con il mondo, se non per proporselo, quel rapporto, in termini di audacia sospensiva e di laido e tragico pensamento che, accarezzando, con la pittura, la morte, va sicuramente oltre le apparenze e oltre gli allettamenti del putrido.

Sandra Giannattasio, 1985